Flessibilità, semplificazione, costi bassi. Per tutti, dagli esperti del settore ai clienti, sono queste le caratteristiche che guidano la scelta di un’assicurazione. Sono tre caratteristiche che sono proprie delle cosiddette polizze parametriche (o index based). Vale allora la pena capire meglio cosa sono e perché sono destinate a crescere.
Come funzionano le polizze parametriche
Le index based sono polizze che rendono alcuni processi (rimborso compreso) automatici. In sostanza, al verificarsi di alcuni parametri previsti dal contratto, fanno scattare la liquidazione di un sinistro dandolo per certo. Non c’è quindi la necessità di passare dalla denuncia prevista dall’articolo 1913 del Codice civile.
I vantaggi di queste polizze sono soprattutto due: i tempi di rimborso si accorciano e si semplificano le procedure di richiesta e accertamento, con un conseguente calo dei costi.
Come si accerta il danno?
Nel rendere le polizze automatiche, la tecnologia dà una grande mano. Ma non basta. Ecco perché, al momento, le index based sono assicurazioni applicabili solo ad alcuni settori e nel rispetto di alcuni paletti molto precisi.
Le polizze “automatiche”, infatti, cambiano il modo in cui viene accertato e liquidato un sinistro, ma non possono derogare a una norma che è alla base di ogni assicurazione: il risarcimento può essere completo ma non deve eccedere il valore del danno subito. Ne deriva che quest’ultimo deve essere quantificato e verificato.
Come, se la procedura è automatica? La risposta è semplice nei fatti ma molto meno nella prassi: per far scattare il risarcimento è necessario che i fenomeni che hanno causato il sinistro siano misurabili in modo oggettivo e attendibile, secondo parametri precisi, da un soggetto terzo (che non sia né l’assicurato né la compagnia). Basta questo per intuire quanto i campi di applicazione siano ancora ristretti.
I limiti delle assicurazioni automatiche
È complicato, ad esempio, utilizzare le polizze parametriche sugli incidenti in auto. Diverso, invece, è il discorso per alcuni settori produttivi, come l’agricoltura. Una certa quantità di precipitazioni (un fenomeno misurabile in modo oggettivo) può far scattare l’indennizzo perché si traduce, con certezza, in severi danni alle colture.
Lo stesso principio potrebbe applicarsi a eventi catastrofici, come gli uragani, evitando lungaggini e permettendo a chi subisce il danno rimborsi tempestivi, fondamentali per ripartire.